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mostra personale di Marco La Rocca
a cura di Irene Finiguerra
BI-BOx Art Space – Palazzo Ferrero, Corso del Piazzo, 25 (Biella)
31.05.09 – 14.07.2019
Inaugurazione venerdì 31 maggio 2019 dalle ore 18 alle ore 21.
Orari: sabato e domenica dalle 15 alle 19 oppure su appuntamento
Ingresso libero

Marco La Roccanasce nel 1991 a Sapri, comune della provincia di Salerno e cresce, prima a Milano e poi in Brianza. Si forma artisticamente presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Ha preso parte a diverse mostre e progetti, arricchendo il proprio percorso formativo grazie anche alla residenza artistica di un anno presso il Centro Culturale Proyecto Martardero di Cochabamba (Bolivia) e il bando "RiniaKreative: youth inventing the future" della durata di un mese nella città di Fier (Albania). È stato inoltre finalista del 5 Premio Cramum presso il Grande Museo del Duomo di Milano e vincitore della residenza artistica "V_air 2018" presso il Museo Must di Vimercate con il progetto intitolato "Terra mia" e vincitore della XX edizione del Premio Vittorio Viviani.

 

Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e
non c'è quantità di denaro che possa farti comprare
una Coca Cola più buona di quella che
 l'ultimo dei poveracci si sta bevendo
sul marciapiede sotto casa tua.
Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e
tutte le Coca Cola sono buone.
Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti,
lo sa il barbone e lo sai anche tu.
Andy Warhol

Marco La Rocca (1991) è un artista che arriva dalla provincia, una città nell'hinterland milanese che vede solo i bagliori del mondo glamour della moda, dei grandi marchi, del consumismo. Fin dai tempi delle avanguardie storiche, l’arte contemporanea si è sviluppata attraverso un processo di trasfigurazione di comportamenti e oggetti provenienti dalla società di massa; ed è proprio dal mondo dei prodotti di massa che La Rocca recupera i soggetti che compongono le coloratissime tele e le sue ceramiche così stravaganti. L'artista si muove entro una produzione artistica tradizionale (olio su tela e ceramica invetriata), dove scaffali di negozi pieni di oggetti di uso quotidiano o icone di passioni sportive divengono dei soggetti pittorici in una sorta di "democrazia sociale". Dalla lattina della zuppa Campbell's di Andy Warhol, la strada è stata lunga e La Rocca consegna dignità di opera d'arte, al di fuori della estetica pubblicitaria, ai Mars e ai palloni di basket di Spalding.

Questo processo creativo rinnova la nostra visione delle cose, in modo da modificarne la percezione: da oggetto d'uso pratico o di consumo a elemento artistico che si carica di nuovi valori uscendo dai margini quasi invisibili dell’indifferenza del quotidiano. Nell'esplosione cromatica e nel pieno delle figure che assorbono tutti gli spazi, La Rocca ci consegna un messaggio di opulenza, di quantità, ma forse anche una perdita di allegria: se tutto è così messo a disposizione per essere consumato, l'uomo vale solo come consumatore? Il percorso di La Rocca diviene binario nel momento in cui ci offre grandi tele dove i protagonisti sono una massa affastellata di oggetti in vendita sugli scaffali e offerti alla nostra scelta, mentre dall'altro troviamo scene di casse di supermercato e di carrelli della spesa dove compaiono le scelte del cliente. Ma anche in questo caso ci dobbiamo domandare: la scelta è stata autonoma o noi siamo quello che consumiamo anche in base a stimoli orchestrati da sapienti posizionamenti degli oggetti sugli scaffali?

Molto dissacratorio è il lavoro di La Rocca nella sua produzione ceramica, visibile anche presso l'Ecomuseo della terracotta a Ronco Biellese sino al 16 giugno prossimo: sono forme tradizionali che presentano soggetti inaspettati creando un corto circuito nella visione e nel risultato d'uso dell'oggetto. Una disomogeneità che piace e che seduce. Nasce così una relazione ludica tra oggetto e seduttore, l’oggetto si sintonizza con il desiderio del soggetto, offrendosi come uno specchio riflettente una realtà capovolta, quella in cui l’io incontra la propria illusione.