NEW NEXT
20.04.2012 - 20.05.2012

Daniele Basso
Benedetta Galli
Roberto Grosso
Marta Sasso
Nadir Valente

Dopo la mostra Ripetizioni Differenti, dove gli artisti si sono confrontati con il passato, NEW NEXT è l’esposizione che guarda al futuro attraverso nuove tecniche e linguaggi di espressione visiva.
Daniele Basso sperimenta il fare arte utilizzando il suo elemento preferito: l’acciaio, materiale legato all'industria pesante e ai prodotti industriali. Nel profilo del maestro Federico Fellini fantasia, gioco e magia prendono il sopravvento. Attraverso lo specchio l’immaginazione diventa reale, poiché “nulla si sa, tutto si immagina…” (F. Fellini 1960). Anita Ekgerg e Marcello Mastroianni invece, separati dall’acqua, ma uniti nella storia, spalancano una finestra sui nostri sogni e sul bisogno contemporaneo di evasione che solo il cinema sa evocare. Benedetta Galli lavora sul binomio microcosmo - macrocosmo. In un modo dove l’occhio vede ormai solo attraverso i pixel del computer, della televisione e delle immagini, Benedetta utilizza un’espressione visiva che ne riprende il principio. L’apparenza del macrocosmo-quadro appare molto omogenea e monocroma, ma quando ci si sofferma a guardare le varie componenti che la formano, si intravede un microcosmo variegato, del tutto particolare e singolare. Roberto Grosso applica nelle sue opere una commistione tra arte visiva, fotografia, digital art e musica. Tutto ciò lo porta alla produzione di stampe dal gusto pop e un po’ optical, dove la musica è spesso la vera musa dell’artista. Marta Sasso investiga sull’uomo attraverso la fotografia. La sua ricerca vuole essere così profonda e intensa da portarla a scandagliare il corpo umano in tutte le sue parti e nei suoi movimenti. Marta nelle sue fotografie rincorre l’arcano, il mistero nell’uomo o forse lo ha già trovato. Nadir Valente prende alla lettera il grande critico Walter Benjiamin, che nel testo capitale “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” denuncia la riproducibilità di una manufatto artistico come unica causa per la perdita dell’aura, ma anche come una grande conquista del tempo, dove il valore rituale dell’arte viene sostituito con il valore espositivo e di rappresentazione del reale. Nadir sceglie di utilizzare proprio le fotocopie, la riproduzione per eccellenza. La scelta del soggetto da fotocopiare ricade sugli oggetti di grande produzione seriale, quasi a rafforzare l’idea della ripetizione, iterazione, meta-riproduzione.